Sebastiano Lo Monaco in Edipo a Colono: «Una tragedia attuale che invita all’accoglienza»

L’attore siciliano è impegnato nel ruolo di Teseo nella tragedia di Sofocle per la regia di Yannis Kokkos, in scena al teatro greco di Siracusa fino al 24 giugno. «Il testo  parla della necessità di accogliere l’immigrato e dà quasi l’impressione che Sofocle lo abbia scritto oggi, domani e non ieri, cioè 2500 anni fa, visto che racconta fatti che avvengono tutti i giorni in Italia e soprattutto sulle coste della nostra Sicilia»

[dropcap]«[/dropcap][dropcap]I[/dropcap]l teatro greco di Siracusa è uno dei teatri più affascinanti che l’uomo abbia mai costruito. I classici greci sono nostri contemporanei, hanno già scritto e parlato di tutto, la cultura dell’occidente che viviamo noi oggi è stata interamente creata dai greci, dalla democrazia alla filosofia, dalla teologia al teatro. È tutta una creazione della mente della Grecia classica, a cui dobbiamo molto. Ed è per questo che il pubblico è così attratto dalle tragedie greche». Così Sebastiano Lo Monaco, attore siciliano impegnato nel ruolo di Teseo nella tragedia Edipo a Colono di Sofocle per la regia di Yannis Kokkos, in scena al teatro greco di Siracusa fino al 24 giugno, commenta gli oltre 140 mila spettatori che nel 2017 hanno invaso gli spalti del teatro antico in occasione delle rappresentazioni classiche.

IL POTERE E L’APERTURA VERSO LO STRANIERO. Per il 54° ciclo l’Inda rivoluziona il programma standard, aggiungendo alle due tragedie e alla commedia – oltre a Edipo a Colono in programma Eracle di Euripide diretto da Emma Dante e la commedia I cavalieri di Aristofane con la regia di Giampiero Solari – la prima replica della storia del teatro greco con Le Rane con Ficarra e Picone e due serate speciali con Andrea Camilleri e Alessandro Baricco.

Filo conduttore che lega le tre nuove produzioni una riflessione sul potere, tema universale e più che mai attuale che in Edipo a Colono è rappresentato dallo scontro di due poteri. «Uno è proprio quello del personaggio che interpreto io, Teseo, re di Atene e uno dei primi sovrani di un regime democratico che pratica l’accoglienza e l’ospitalità dello straniero – nel caso specifico proprio del protagonista Edipo -, che a un certo punto deve fare i conti con Creonte, sovrano dittatore, che governa attraverso menzogna, violenza, forza e crudeltà e che vuole riportare a Tebe un Edipo stanco e malato, alla fine della sua vita», racconta Lo Monaco, che in comune con il suo personaggio sente, da cattolico e credente, l’apertura verso lo straniero.

L’ATTUALITA’ DEI CLASSICI. E sta proprio in questo scontro l’attualità del testo, che parla, chiarisce l’attore, «della necessità di accogliere l’immigrato e dà quasi l’impressione che Sofocle lo abbia scritto oggi, domani e non ieri, cioè 2500 anni fa, visto che racconta fatti che avvengono tutti i giorni in Italia e soprattutto sulle coste della nostra Sicilia».

LA SICILIA, UN AMORE RICAMBIATO. Una terra a cui l’attore è rimasto particolarmente legato, un po’ come Sofocle lo era alla sua Atene. «Il rapporto con la mia terra è bellissimo – commenta Sebastiano Lo Monaco. Sono andato via a 19 anni per lavorare a Roma, poi ho vissuto tutto il mondo, ma il legame con la Sicilia è rimasto molto forte, anche perché ho ancora la mia famiglia lì». E spesso viene chiamato dai teatri siciliani. Da tre anni, per esempio, dirige il teatro Pirandello di Agrigento, e ogni due o tre anni viene a recitare a Siracusa. «Come si può immaginare, quindi – conclude l’attore – il rapporto con la mia terra è di amore. E amore, grazie a Dio, ricambiato».

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Sono cresciuta in una famiglia di giornalisti e ho avuto quindi la possibilità, fin da piccola, di stare a contatto con giornali e studi televisivi, mentre pian piano maturavo l'idea di percorrere le orme dei miei genitori e intraprendere quella strada, di certo oggi più tortuosa, ma sempre affascinante. Così, quando è arrivato il momento di scegliere l'Università da frequentare, non ho avuto dubbi: sarei stata una studentessa del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione nella mia città, che amo immensamente, a cui è seguito il biennio di specialistica in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo. Inutile dire che non mi sono mai pentita della mia scelta, apprezzando giorno dopo giorno, anno dopo anno, la comunicazione, il giornalismo e l'organizzazione di eventi legati a questi ambiti, approfonditi anche tramite esperienze lavorative in Fondazioni d'arte, librerie, Festival culturali. Insomma, non so proprio stare con le mani in mano! Sono curiosa di ciò che mi circonda e mi nutro delle storie delle persone con cui entro in contatto, probabilmente deformazione professionale.

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