Sicilian Playlist #199: Mirko Bianca canta il complicato addio alla dipendenza

Nel suo nuovo singolo “Veleno” il cantautore siracusano esplora il rapporto tra droghe e chi ne fa uso. «Un rapporto tossico – dice Bianca – che nasce quasi sempre per colmare dei vuoi ma che poi risulta essere illusorio e nefasto». «Una metamorfosi vissuta come una festa intima, che nasce nel buio di uno spaesamento per tendere alla luce, all’incontro con la collettività». Così Alessio Bondì sul suo nuovo lavoro, intitolato “Fiesta Nivura”. “Bandiera” è il nuovo singolo di Giulia Mei, con il quale la cantautrice si è aggiudicata il Premio della Critica a Voci per la Libertà – Amnesty International 2024. La selezione prosegue con “Dorian Gray” di Cappadonia, “Abballati” di Gera Bortolone, “Sette fimmini ppi un tarì” dei Marnostrum Ensemble e “Sottovoce” degli MDE. In chiusura ci sono “Rebel Soul” brano estratto dal terzo album della pianista Giuseppina Torre, “Contrabbando”, ultima traccia di Enzo Benz, e “Give me your love”, nuovo singolo dei Frijda

Ogni settimana sottoporremo al vostro ascolto una playlist di canzoni di artisti siciliani. Brani vecchi e nuovi scelti dalla redazione, ma che potrete indicarci anche voi e, soprattutto, potranno inviarci cantautori, cantanti e band, di qualsiasi genere musicale. Inseriremo i vostri consigli e le proposte musicali all’interno della nostra playlist che sarà pubblicata anche su Spotify.

Potete inviare le vostre proposte (complete di link Spotify e YouTube) all’indirizzo sicilianplaylist@sicilianpost.it

“Veleno” Mirko Bianca 

Il cantautore ventinovenne pubblica un nuovo singolo «scritto pensando al rapporto tossico che si instaura tra droga e consumatore», spiega.  Prima eri la cura, ora il veleno sei tu”, canta nel brano. «Un rapporto che quasi sempre inizia per cercare di colmare dei vuoti, per risolvere dei problemi emotivi personali. Sembra migliorare la propria vita (si provano nuove emozioni, tutto è amplificato, più “bello”) ma, col passare del tempo, risulta essere effimero, illusorio e nefasto». Il brano, orecchiabile e accattivante, è caratterizzato da un sound pop che inizia quasi in acustico (chitarra classica), per poi aprirsi e trasformarsi in un suono più elettrico e dark (synth bass, drill drum, ecc.).

«Mi piace pensare anche, che il messaggio di questo brano sia molto interpretabile e soggettivo. Ognuno può identificarsi. Potrebbe anche parlare di una storia d’amore finita».

“Fiesta Nivura” Alessio Bondì

È il nuovo racconto del cantautore palermitano, prodotto da Fabio Rizzo: «una metamorfosi vissuta come una festa intima, che nasce nel buio di uno spaesamento per tendere alla luce, all’incontro con la collettività». In Fiesta Nivura (etichetta discografica Maia, distribuzione Ada Music Italy), Alessio Bondì canta la trasformazione profonda come l’esplosione di un corpo che deflagra a partire dalla lingua e dal cuore e si fa musica, estasi, rito. Come un fuoco d’artificio che serpeggia verso l’alto per esplodere.

“Bandiera” Giulia Mei

La giovane cantautrice palermitana laureatasi al Conservatorio della sua città ha superato all’unanimità le prime selezioni di X Factor 2024 con questo singolo, recente vincitore del Premio della Critica a Voci per la Libertà – Amnesty International 2024.

Del singolo, Giulia racconta: «Questa non è una canzone, è uno sfogo senza mezzi termini, il mio, di me Giulia, di me donna. Esattamente io che torno a casa a Milano col cuore in gola, io che rispondo in direct ai paternalismi di chi mi spiega come mostrare il mio corpo, io che ho paura dei compleanni perché vivo l’invecchiamento come una colpa, io che vivo la mia sessualità come uno stigma e ci ho dovuto pensare un bel po’ prima di pubblicare questo pezzo, perché la sessualità di una donna è bella e buona solo quando non si entra nei dettagli. Ma sono proprio i dettagli di essere donna che mi interessano, quelli di cui non si parla mai, quelli sottopelle che però fanno male, fanno male da secoli, da occidente a oriente. Sono i particolari di una quotidianità invivibile e inconciliabile con una libertà di plastica che fa notizia ma che non mi protegge dagli abusi. Io voglio solo una libertà che mi accompagni sotto casa, che mi faccia sentire così orgogliosa della mia fica da portarmela addosso come una bandiera, una cazzo di bandiera che faccia luce in mezzo al buio più totale».

Il video è pensato come fosse un flusso di coscienza, un climax destinato all’esplosione, realizzato attraverso una sorta di piano sequenza nervoso e instabile. Inizia rappresentando una sensazione di frustrazione e soffocamento attraverso la scelta di un ambiente claustrofobico e oscuro, per arrivare alla liberazione, che poi è il tema fulcro della canzone, e che viene rappresentata dalla scena in cui Giulia Mei suona il pianoforte, che è l’unica parte del video dove la luce si fa strada e spezza finalmente il buio.

https://youtu.be/VuMzVsMqhUM?si=67ymO8DdeqsFFgPi

“Dorian Gray” Cappadonia

È il nuovo singolo del cantautore siciliano. Nel brano il narratore si rifugia in un mondo pop immaginario rifiutando il presente sempre più apocalittico. «Si tratta infatti di un pastiche di cultura pop sonoro e lirico che attraversa musica, cinema e letteratura sia passata che presente», dice l’autore. «Questo permette la descrizione del sentimento di nostalgia dovuto a una relazione poliamorosa conclusa».

“Abballati” Gera Bortolone

«Sono una donna siciliana, non appartengo a nessuna cappella…», queste parole, contenute nel testo di Abballati (etichetta discografica Sonora Recordings, distribuzione Absilone), racchiudono il significato del nuovo singolo della cantante e compositrice nata tra le montagne nel cuore della Sicilia. Il brano, scritto dalla stessa Gera, anticipa il nuovo album Femmina (in uscita il 18 ottobre) ed è accompagnato dal videoclip. «Questa canzone mi è stata ispirata dai movimenti ipnotici delle danze rituali»,  racconta l’autrice. «È una danza liberatrice. Esorta tutte le donne, indipendentemente dalle loro origini, all’emancipazione. È una sequenza incantatoria di loop di violoncello, di riff saturati di chitarra, di figure ritmiche sovrapposte».

“Sette fimmini ppi un tarì” Marnostrum Ensemble

È il secondo singolo del Marnostrum Ensemble, è una filastrocca sicula musicata e arrangiata da Filippo Paternò per questa particolare formazione.

«È una tradizionale filastrocca siciliana», racconta l’autore. «Come tutte le filastrocche reca con sé un valore educativo, la sua forma semplice e ritmata risulta un divertente esercizio per sviluppare la pronuncia di suoni e parole nell’età infantile. Il Marnostrum Ensemble ha voluto inserirla nel proprio repertorio per il suo fascino mediterraneo che entusiasma piccoli e grandi, proponendola con una nuova veste musicale caratterizzata da un impianto armonico moderno e raffinato, ben conservando i suoi tratti melodici originali. Caratteristico è il tema strumentale di richiamo partenopeo, in alternanza con il testo, che dà respiro al brano rendendolo musicalmente variopinto. Come nella consuetudine stilistica del gruppo, l’arrangiamento è sviluppato con un ricco intreccio di voci strumentali che dialogano con il canto in un linguaggio che si apre a poliedriche connotazioni linguistiche mediterranee.”
Il progetto Marnostrum Ensemble, formazione siciliana che ha debuttato con gran successo al Sicilia Jazz Festival composto da Michele Mazzola (sax soprano), Antonio Leta (batteria), Alessia Scialabba (voce), Filippo Paternó (voce e chitarra), Giuseppe Aiosi (chitarra-liuto-chitarrino), Francesco Barberi (fisarmonica), Francesco Giaconia (basso elettrico) e Ottavio Brucato (clarinetto), nasce proprio da un’idea del chitarrista e cantante Filippo Paternò e del sassofonista Michele Mazzola. 

“Sottovoce” MDE

I catanesi Francesco Scarcipino e Gianmarco Licciardello sono il corpo e l’anima di uno progetto artistico declinato in “1’ep”. Un microfono, una tastiera anni Novanta e dei pezzi che faranno strada. Una chimica scattata sui banchi di scuola nel 2014, tuttavia la decisione di pubblicare i primi lavori, con l’acronimo “mde”, arriva solo dieci anni dopo. In concomitanza con la sensazione che quanto avevano prodotto fosse finito. A fronte di molti brani inediti, infatti, sono stati selezionati per “1’ep” solo quelli percepiti come conclusi. Canzoni a cui il tempo non avrebbe dato una nuova forma o nuove sfumature di significato.

Dirette, immediate, ricercate, tutte le tracce de “1’ep” traggono ispirazione dal grande amore per la vita di Francesco Scarcipino e Gianmarco Licciardello. E inevitabilmente raccontano anche della loro Sicilia: «È la nostra culla, spesso fonte di ispirazione con i suoi sfondi e i suoi profumi. Catania, in particolare, è poi una città perfetta per comporre. Non c’eravamo mai resi conto di come ti faccia venir voglia di mare a mezzanotte, anche senza far nulla. E il “far nulla” in quelle ore della notte è di fondamentale importanza per chi scrive musica».

“Rebel Soul” Giuseppina Torre

Brano estratto da The Choice, il terzo album della pianista e compositrice siciliana, accompagnato dal video girato e diretto dall’artista visivo Dagon Lorai. Immagini in animazione e immagini reali si alternano, creando un potente contrasto. Da un lato la fantasia, l’artificiosità, il colore, il pastiche, tecniche diverse che si fondono, dall’altro l’immagine di Giuseppina Torre che evoca la realtà, instaurando un dialogo visivo che spinge a riflettere sulla propria identità, sull’importanza di essere se stessi e di ribellarsi agli stereotipi imposti da una società sempre più dominata dalle apparenze e filtrata dai social network.

«Nello scorrere di questi tempi viviamo avvolti da prigioni di massima insicurezza nelle quali non sappiamo di essere rinchiusi. Fra le sbarre dell’identità fatte di tecnologia e desideri materiali, lasciamo che a dominare il nostro tempo siano meccanismi automatici attivati delle false personalità», dichiara Giuseppina Torre. «Teniamo la testa china sui nostri smartphone fusi con le nostre mani e veniamo liquefatti nel mare della frivolezza di massa. Le persone oggi, se le osserviamo attentamente, assomigliano a bizzarre figure dadaiste, sembrano collage di vizi da ritagli di vecchi giornali. Dualismo e menzogna sono lo scenario sul quale incediamo dove recitano attori di ogni sorta. La verità è che ci troviamo in tempi di ribellione, di liberazione dalle catene interiori ed è proprio questo il momento in cui, dalla parte più bassa di questi giorni, aprendo il terzo occhio, quello dell’arte, è possibile ritrovare la libertà vera che è l’emancipazione dall’identità. L’identità è qualcosa che ci viene conferita dagli altri e non corrisponde alla verità che siamo. Quindi affrancarsi da ciò è faticoso ma necessario passando dalle strettoie delle nostre difficili vite. Le immagini e i suoni sono la giusta dimensione in cui un artista può lavorare ed essere ciò che è, ovvero colui che descrive il tutto attraverso l’uno secondo verità. Le Anime Ribelli sono quelle che hanno scelto di fronteggiare le difficoltà della vita, senza usare violenza ma la forza della volontà. Fra scenografie finte, costumi e maschere, le uniche cose autentiche, restano le donne e gli uomini dall’anima ribelle!».

“Contrabbando” Enzo Benz

La rivalsa e la credibilità sono la chiave della nuova traccia di Enzo Benz, rapper catanese classe ’99. Il brano è caratterizzato da un beat molto più melodico a cui l’artista si adatta molto bene, mettendo in mostra le sue capacità nel flow.

Enzo Benz come artista è molto influente sui social, infatti vanta una fanbase massiccia e partecipativa. Tutto ciò ha portato al lancio di un vero e proprio trend sui social dall’ultima uscita di luglio, ossia “Trafficante”, quando è venuto fuori un nome: Andrea. Da lì, molti si sono chiesti chi fosse ed è partito il meme “Cu spacchiu è Andrea?”, ripreso moltissimo dagli utenti del Sud Italia ma anche da altri rapper siciliani. In occasione della pubblicazione di “Contrabbando”, il 13 settembre, è stato diffuso sui social un video dove si lancia la ricerca di Andrea e lo stesso giorno dell’uscita 100 fan tra più attivi di Enzo Benz riceveranno una sorpresa nelle scuole di alcune città sparse in Sicilia.

“Give me your love” Frijda

Il nuovo singolo della band catanese Frijda. Il brano parla di passione estrema ovvero di quella voglia che troverà la propria redenzione soltanto dopo aver conquistato la donna desiderata. Una donna, che pur manifestando forte attrazione, si pone limiti per paura di cadere in una storia pericolosa, in cui il peccato è l’unica via possibile da percorrere. Un percorso obbligato che passa dall’inferno, senza alcuna via d’uscita.

L’intento registico di questo videoclip non vuole essere narrativo, ma molto più concettuale. La regista Simona Brancè, prendendo spunto da alcuni videoclip vintage in riferimento alle sonorità del brano, narra il tema dell’amore e della passione, che viene interpretato dal fuoco. Fuoco non a caso accesso da una donna, durante l’intro del video, tramite una miccia. Da quel momento i vari fuochi, compresi quelli creati dal mangiafuoco, scaldano anche l’ambiente più freddo, quello con le tonalità blu (dove la band si esibisce), dando vita ad una passione sensuale tra le danze infuocate ed i virtuosismi della band. Il video è stato girato a Misterbianco, in provincia di Catania, all’interno del “Mess” , una piacevolissima realtà biker creata dal nostro frontman, Thor, insieme ad alcuni amici harleysti, in cui poter passare delle piacevoli serate tra musica, moto e tanti piccoli eventi.

Ascolta la playlist su Spotify

In copertina: Mirko Bianca nel videoclip di “Veleno”

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