Clown e cappelli giganti: torna a Catania l’Ursino Buskers Festival, il regno degli artisti di strada

C’è un video che gira sui social in questi giorni. Un pagliaccio riccioluto in bicicletta trasporta un enorme copricapo di cartapesta che serve a raccogliere fondi, un vigile urbano lo ferma e, alla fine, si convince a fare una donazione per far ripartire il mezzo. Un modo originale e fortemente comunicativo per spingere la città a supportare la manifestazione che nasce dal basso e valorizza zone urbane dimenticate

È semplice e diretto il messaggio che gli attivisti dell’associazione culturale Gammazita vogliono lanciare. Se ognuno fa la sua parte dando un piccolo contributo, i risultati sono assicurati. E lo sanno bene loro, che ogni anno organizzano con le proprie forze l’Ursino Buskers Festival, il festival internazionale di artisti di strada che prende il via proprio oggi in piazza Federico di Svevia e dintorni, per concludersi domenica 23.

«Perché sostenere l’Ursino Buskers? – domanda Fabrizio, attivista e volontario del festival che ha vestito i panni del clown per il video promozionale – Perché è un evento gratuito che nasce dal basso e perché operiamo giorno dopo giorno – e non solo per il festival – nel quartiere popolare di San Cristoforo, che per l’occasione troverete tutto sistemato e vestito a festa».

«Perché uno degli obiettivi dell’evento – aggiunge – è proprio quello di riaccendere le luci su queste zone, che sono incantevoli e piene di aree culturali dimenticate non solo dal comune di Catania ma anche dai cittadini stessi. Quindi ci teniamo particolarmente a invitarvi al nostro festival e a sostenerlo attraverso il grande cappello che trovate all’info point e la raccolta fondi online che durerà fino al 30 settembre».

Uno scatto tratto dall'edizione 2017

Uno scatto tratto dall’edizione 2017

Lo organizzano anno dopo anno con tanta passione e tanti sacrifici, perché ci credono fortemente e si augurano che diventi sempre di più un festival della città, di tutti i cittadini. E per la quinta edizione, nonostante gli scarsi aiuti ricevuti dalla Regione, gli attivisti non peccano di certo per quanto riguarda il livello degli artisti invitati e le attività organizzate per l’occasione. Su quindicimila metri quadrati chiusi al traffico si esibiranno a cappello in diverse discipline – circo contemporaneo, acrobatica aerea, giochi di fuoco, clownerie, giocoleria – quaranta compagnie di buskers provenienti dall’America Latina, dall’Africa e dall’Italia e verranno allestiti mercatini ed esposizioni d’arte per le vie del centro storico catanese, ricco di luci e colori.

Una particolare attenzione, come ogni edizione, viene riservata ai bambini, con cui l’associazione Gammazita porta avanti numerose attività durante tutto l’anno.

Il cartellone dedicato a Ursino Kids, infatti, prevede per sabato due spettacoli di teatro di figura a cura di teatro Manomagia e teatro Zig Zag e per domenica lo spettacolo di cabaret dei giovani allievi della Scuola Popolare di Circo Sociale GAPA/Gammazita/Midulla e l’opera dei pupi a piazza Maravigna, dove si trova la bottega dei pupari fratelli Napoli.

«Tengo in particolar modo alla presenza di un grande pubblico domenica pomeriggio alle 18 – commenta Fabrizio, che con i più piccoli lavora a stretto contatto – quando si esibiranno i bimbi del circo sociale, che si sono allenati tanto sulle performances da portare al festival e sugli attrezzi da utilizzare, mettendoci molta passione e voglia di partecipare anche come protagonisti».

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Sono cresciuta in una famiglia di giornalisti e ho avuto quindi la possibilità, fin da piccola, di stare a contatto con giornali e studi televisivi, mentre pian piano maturavo l'idea di percorrere le orme dei miei genitori e intraprendere quella strada, di certo oggi più tortuosa, ma sempre affascinante. Così, quando è arrivato il momento di scegliere l'Università da frequentare, non ho avuto dubbi: sarei stata una studentessa del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione nella mia città, che amo immensamente, a cui è seguito il biennio di specialistica in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo. Inutile dire che non mi sono mai pentita della mia scelta, apprezzando giorno dopo giorno, anno dopo anno, la comunicazione, il giornalismo e l'organizzazione di eventi legati a questi ambiti, approfonditi anche tramite esperienze lavorative in Fondazioni d'arte, librerie, Festival culturali. Insomma, non so proprio stare con le mani in mano! Sono curiosa di ciò che mi circonda e mi nutro delle storie delle persone con cui entro in contatto, probabilmente deformazione professionale.

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